After Effects: come ottimizzare il workflow
![After Effects: come ottimizzare il workflow](https://www.espero.it/wp-content-secure/uploads/2017/07/Schermata-2017-07-06-alle-16.29.13-400x400.png)
“After Effects 2017 ha aperto nuove prospettive nell’effettistica video professionale.
In questo articolo vi suggerisco come impostare al meglio il flusso di lavoro, evitando colli di bottiglia e accelerando i tempi di esecuzione.
I suggerimenti che fornirò in questo articolo si applicano anche alle precedenti versioni CC e in parte anche CS.“
Carlo Macchiavello – Post production video editor e Trainer certificato Espero
Il corretto Workflow con After Effects
L’utente autodidatta spesso cerca di raggiungere il risultato per tentativi, ma con un programma come After Effects è praticamente impossibile ottimizzare il proprio lavoro senza conoscerne a fondo la struttura e le possibilità.
Rallentamenti e vicoli ciechi (veri e propri cul-de-sac) rappresentano rischi concreti subito dietro l’angolo.
Più sono complessi i progetti, più è importante sfruttare i meccanismi di ottimizzazione dei progetti, e quindi è necessario conoscere a fondo il programma.
Coi programmi di compositing la RAM va sfruttata al meglio, evitando di sovraccaricare il processore per lasciarlo libero di dedicarsi a preview e processi di calcolo. Per questo i contributi devono essere manipolati in un formato adguato: il non compresso o il DI.
Il formato di registrazione DI Digital Intermediate è ideale per l’editing perchè la compressione è ottimizzata per richiedere minor risorse del processore a favore di un maggior spazio occupato su disco.
In tal modo il processore non deve occuparsi di caricare e decomprimere i singoli fotogrammi, ma si può dedicare direttamente alla loro manipolazione. Al contrario, i normali formati di registrazione compressa come H264 o mpg sono ottimali per video statici mentre su video in movimento, data la loro modalità di compressione tra un frame e l’altro, usano intensivamente il processore con inevitabili rallentamenti.
I codec ideali
Quindi un modo per rendere più fluido e scattante After Effects è convertire i filmati in formati ‘leggeri’ per la CPU usando i codec DI. IN particolare:
1. Apple Prores
2. Avid DnxHD/HR (conosciuto anche come codec broadcast VC-3)
3. Go Pro Cineform (che a dispetto del nome ‘proprietario’ è uno standard broadcast conosciuto come VC-5 dal 2003).
4. Codec GrassValley per Edius (utilizzabili anche al di fuori del pacchetto Edius).
Una soluzione ancora più efficace è quella scelta dalle più grandi aziende di postproduzione, cioè lavorare per sequenze di fotogrammi non compressi, quindi:
• TIFF non compresso
• DPX
• EXR
Quest’ultima è vista da After Effects come una sequenza video unica quindi è trasparente per noi utilizzatori, ma offre il minor carico possibile a memoria e processore, perché viene caricato il singolo fotogramma.
Nel precedente articolo puoi trovare una serie di accorgimenti pratici per velocizzare e ottimizzare il lavoro con After Effects.